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La psicoterapia al telefono

Quanto è valida una terapia psicologica attraverso il telefono o una connessione internet? Ci sono delle ricerche interessanti che dimostrano l’utilità di tali tecnologie confermandone i potenziali benefici per i pazienti.

Un articolo pubblicato di recente ha riportato una indagine di meta-analisi (cioè che confronta le procedure sperimentali e i risultati di varie ricerche sullo stesso oggetto) in cui viene dimostrato il vantaggio delle tecnologie remote (cellulari, internet) nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia.

In particolare, una ricerca effettuata in collaborazione con l’Università di Cambridge rivela gli ottimi risultati raggiunti dal programma nazionale inglese per migliorare l’accesso alle terapie psicologiche (IAPT) attraverso una terapia telefonica breve. Si tratta di un progetto approvato dal National Institute of Clinical Excellence che è stato avviato nel 2008 2006 nell’Inghileterra orientale ed è basato sul modello cognitivo-comportamentale. I ricercatori hanno messo a confronto gli effetti terapeutici derivati dall’intervento telefonico con quelli dovuti alla terapia effettuata in un classico studio fisico.

Le città campione dell’indagine sono state Newham e Doncaster in Inghilterra e nella ricerca sono stati analizzati i dati emersi dal trattamento di 6.368 utenti, provenienti da due gruppi: i 2.928 che hanno ricevuto la terapia telefonica dello IAPT e i 2.560 che sono stati sottoposti alla terapia dal vivo (face to face). Le sessioni hanno avuto una durata di un ciclo di 6 colloqui (più o meno un mese e mezzo) per ciascun paziente.

I risultati indicano che l’intervento telefonico è conveniente rispetto a quello dal vivo sia per il paziente che per il terapeuta, riducendo del 40% la durata del trattamento ed eliminando le barriere fisiche: un servizio alla salute mentale non più vincolato dalle condizioni temporali o spaziali. Tra le numerose analisi della ricerca emerge che la terapia dal vivo fosse più appropriata per le persone più avanti con l’età e che presentavano dei sintomi più gravi. Nel complesso, il costo dei colloqui al telefono hanno ridotto del 36.2% il costo corrispondente alla terapia classica in uno studio fisico.

Il contatto fondato sul telefono e sulle nuove tecnologie può rivelarsi utile per aumentare la possibilità di accesso alle terapie psicologiche, per coloro i quali hanno difficoltà economiche (considerando anche il periodo storico che stiamo vivendo!), per chi ha problemi di spostamento, o presenta disabilità fisiche o vincoli dovuti al proprio lavoro professionale. Tra le altre cose, il Servizio Sanitario Nazionale inglese (NHS) ha promosso un programma di formazione per standardizzare la somministrazione del servizio e assicurarsi che il terapeuta fosse competente nel contatto telefonico. Infine ha creato oltre 300 posti di lavoro nella sola regione orientale dell’Inghilterra.

Ecco cosa ha affermato il dott. Peter Jones, il ricercatore a capo dello studio e professore alla University of Cambridge: “Permettere una terapia al telefono non solo aiuterà molte persone ad accedere al servizio sanitario per la salute mentale, ma garantirà pure un modo più efficiente di riduzione dei costi in tempi in cui è necessario essere innovativi e produttivi “.

Nella sola Gran Bretagna, ogni anno una persona su 4 ha dei problemi psichici. Inoltre, il Servizio Sanitario spende più soldi per i problemi mentali che per la cura del cancro, dell’infarto cardiaco e dell’asma messi insieme (un totale di 9.95 miliardi di sterline nel 2010-2011). In un contesto più ampio, la possibilità per milioni di persone di poter ricevere piani di cura per la depressione o l’ansia grazie alle nuove tecnologie è di indubbio valore. La diffusione delle tecnologie controllate in remoto, che si appoggiano su mezzi di comunicazione informatici avanzati che trascendono le barriere fisiche e temporali crea ampie possibilità di accesso, di intervento e di riduzione dei costi.

A mio parere, se volessimo proporre un provvisorio bilancio dei benefici e dei limiti di questo tipo di approccio tecnologico della consulenza psicologica, i vantaggi sono:

  • La possibilità di un primo contatto preliminare per valutare il valore e decidere se intraprendere una terapia psicologica;
  • L’accesso illimitato da un punto di vista geografico;
  • Un approccio adatto per specifici disagi emotivi (attacco di panico, agorafobia, depressione, disturbi alimentari);
  • La facilità d’uso ovvero il non doversi spostare nella città per l’appuntamento;
  • La condizione rassicurante di poter confidare intense esperienze personali che altrimenti non si riuscirebbe a compiere dal vivo;
  • L’efficacia del trattamento confermato dalle numerose ricerche;
  • Una maggiore trasparenza dei dati professionali (esposti nei siti relativi e possibili di verifica), concernenti la formazione e l’esperienza lavorativa del terapeuta;
  • Il risparmio economico.

Invece, per quanto riguarda gli svantaggi:

  • Non c’è nessuna sicurezza assoluta della tutela della privacy e dei dati personali;
  • Le imprevedibili problematiche tecniche (la disponibilità di campo di ricezione nel caso del cellulare, la qualità della connessione, degli strumenti di interfaccia, l’inquadratura non ottimale, le condizioni di illuminazione nel caso di una videochiamata);
  • L’assenza di un feedback sensoriale/percettivo nel caso dell’uso del telefono (a parte il canale uditivo), parzialmente ricavabili in una videochiamata;
  • La probabile collocazione dell’utente nel contesto entro cui è emerso il disagio emotivo (sebbene utile in certi protocolli di intervento per i disturbi fobici).

In conclusione, una notevole sfida a certe immagini salottiere della psicoterapia trasmesse dai principali mezzi di informazione di massa. Molti addetti ai lavori ne saranno inorriditi o saldamente diffidenti. Eppure all’estero la disponibilità terapeutica estesa dalle nuove tecnologie, dagli smartphone o da una videochiamata tramite skype, sono una realtà molto diffusa e oggetto di continue verifiche, di consapevolezza istituzionale e in continua evoluzione.

ResearchBlogging.orgHammond GC, Croudace TJ, Radhakrishnan M, Lafortune L, Watson A, McMillan-Shields F, & Jones PB (2012). Comparative Effectiveness of Cognitive Therapies Delivered Face-to-Face or over the Telephone: An Observational Study Using Propensity Methods. PloS one, 7 (9) PMID: 23028436

9 risposte su “La psicoterapia al telefono”

Devo dire che purtroppo gli interventi terapeutici via telefono sembrano funzionare. Scrivo purtroppo visto che quando sono stati proposti e poi introdotti ne sono stato, e rimango, un grande oppositore.
Nel team dove lavoro monitorano i pazienti in modo abbastanza esaustivo:

1) in ogni sessione vengono somministrati 3 test per misurare sintomi di ansia & depressione
2) in ogni sessione viene somministrato un test che misura il ‘wellbeing’ percepito dal paziente
3) all’inizio, dopo 3 sessioni e infine dopo la sesta/settima (e in genere ultima sessione) viene inviato un questionario per la valutazione del servizio ricevuto. Si specifica che il questionario non verrà visualizzato dal terapeuta.

Vedendo i risultati degli ultimi 2 ‘quarti’ sembra proprio che, almeno a livello statistico, questo tipo di ‘media’ funzioni. Un’altro dato rilevante e’ che la percentuale di pazienti che ritorna in terapia (a 18 mesi dall’ultima sessione) e’ piuttosto bassa (tra il 5% e il 15%).

Una cosa molto importante da sottolineare è che ‘6 sessioni telefoniche’ sono generalmente offerte a pazienti che hanno una presentazione non particolarmente complessa (primo episodio, basso livello di comorbidita’, un funzionamento generale piuttosto buono, un basso rischio di suicidio etc.) .

Le note dolenti vengono dai terapeuti. Da quelli che supervisiono direttamente e dai vari team meeting vi posso assicurare che il morale non e’ tra i piu’ alti. Moltissimi fanno fatica a ‘fare terapia’ senza avere la possibilita’ di prendere in considerazione il comportamento non verbale. Anche quando poi si discute di relazione/alleanza terapeutica i dubbi sollevati sono moltissimi. Il livello di burn out e’ abbastanza elevato: > stress, > numero di contatti clinici settimanali, < retribuzione (è un ruolo 'entry level') rispetto a psicoterapeuti classici (il mio ruolo per fortuna) che seguono i pazienti in modo altrettanto classico.

Personalmente farei molta fatica a prendere in considerazione interventi del genere e rimango dell'idea che siano fattibili solo per un numero limitato di casi….qualcuno aggiungerebbe 'casi semplici' ma da psicoterapeuta sono dell'idea che l'etichetta "caso semplice" sia pericolosa e blasfema .
Tirando le somme la mia opinione e' molto negativa (ammetto di essere molto conservatore su questo punto ) anche se i dati statistici confermano l'opposto. E purtroppo nei ministeri e gabinetti le 'voci' dei terapeuti non arrivano proprio!!

La nota positiva del sistema UK e' che c'è la possibilita' di avere un servizio pubblico che offre terapia individuale a breve e lungo termine (dove lavoro io offriamo CBT, Counselling Rogersiano e due tipo di psicot. psicodinamiche), gruppi, corsi, workshop e self help con liste di attesa contenute (max 2 mesi nella peggiore delle ipotesi) e zero costi (tasse a parte ). L'idea e' di rendere le terapie psicologiche piu' accessibili, ridurre lo stigma e diminuire il consumo di farmaci…..ai posteri l'ardua sentenza

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Io faccio terapia su skype al telefono, senza video, da quattro anni, e devo dire mi trovo benissimo. Mi ha consentito di proseguire a distanza una terapia che altrimenti avrei dovuto interrompere dopo tre anni per andarmi a cercare un altro terapeuta, mi ha permesso la continuità con il mio terapeuta. Pone dei limiti, certo, ma i limiti servono, esistono, in terapia come nella vita.:)

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Grazie, complicata, per la tua testimonianza che conferma la validità delle possibili applicazioni auspicate delle alternative all’incontro fisico in studio.
Sarebbe interessante sapere se rispettate la durata di un’ora canonica di seduta e se mantenete la regolarità di un contatto settimanale, sempre alla stessa ora. (Grazie lo stesso nel caso vuoi mantenere il riserbo in merito a questi aspetti della tua terapia ;))

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manteniamo la regolarità settimanale, stesso orario, quarantacinque minuti di seduta, come facevamo dal vero, stesse modalità.
tra l’altro le sedute dal vero erano non vis-à vis,ma sul lettino, per cui cambia poco, in effetti, io sono nella stessa posizione della seduta dal vero, e sento la voce del terapeuta.

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certo un conto è la consulenza, immagino, un conto è la terapia.
Diciamo che nella consulenza è possibile anche non avere conoscenza diretta del terapeuta, perchè ci si limita a un consulto, appunto, mentre in terapia un minimo di conoscenza dal vero ci vorrà, bisogna avere acquistato quella confidenza e quella fiducia che ti consente di abbamdonarti all’immaginazione. Non inizierei mai una terapia al telefono, personalmente.Una consulenza, sì.

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